Il Pene Curvo
Pene curvo: sintomi, cause e come curare la malattia di Peyronie
Il pene curvo o storto è una condizione legata alla malattia di Peyronie, i cui sintomi possono essere diversi e interessare la sfera sessuale. Responsabili di questa patologia possono essere numerosi fattori. Quali sono le cause del pene curvo? Come curare la malattia di Peyronie? Come raddrizzare il pene? Scopriamo di più in merito.
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Quali sono i sintomi e le cause del pene curvo? Come curare la malattia di Peyronie? La malattia di Peyronie è una patologia del pene caratterizzata, per l’appunto, dalla formazione anomala di tessuto fibroso-cicatriziale che dà vita, di conseguenza, ad una condizione medica nota come “pene curvo” o “pene storto”. Responsabili di questa patologia possono essere diversi fattori. Come raddrizzare il pene? Qual è il trattamento per la guarigione? Scopriamo di più su questa patologia dell’apparato genitale maschile.
Cos’è
Il pene curvo o pene storto è caratteristico della malattia di Peyronie o induratio penis plastica (IPP): quest’ultima è, infatti, una patologia del pene, caratterizzata dalla formazione anomala di tessuto fibroso-cicatriziale e, per l’esattezza, in corrispondenza dei corpi cavernosi.
Tale condizione, naturalmente, si riflette sulla funzionalità erettile e dà vita al cosiddetto “pene curvo” o “pene storto”: in poche parole, si parla di pene curvo quando, durante l’erezione, il pene risulta dolente e assume una curvatura anomala, che può andare in varie direzioni, ovvero verso l’alto o il basso, a destra o a sinistra.
Il pene è l’organo riproduttivo maschile, collocato tra pube e perineo: questo è formato da due corpi cavernosi percorsi dalle arterie cavernose e dal corpo spongioso percorso dall’uretra. All’origine del corpo, c’è anche lo scroto che contiene i testicoli.
Durante l’erezione, il sangue che passa dalle arterie cavernose allarga i corpi cavernosi, raddrizzando il pene, grazie alla presenza del tessuto esterno elastico chiamato “tunica albuginea”.
Le cause della malattia di Peyronie possono essere diverse ed è importante intervenire con una diagnosi appropriata, che possa aiutare nella risoluzione del problema.
La malattia di Peyronie colpisce gli adulti – in special modo, gli anziani – ma può anche essere congenita ed essere presente alla nascita.
I sintomi
I sintomi del pene curvo sono abbastanza caratteristici e possono includere:
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Presenza di una protuberanza percepibile al tatto, ovvero di un nodulo fibroso-cicatriziale;
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Curvatura del pene, durante l’erezione;
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Dolore, durante l’erezione e in condizioni normali;
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Difficoltà durante i rapporti sessuali;
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Problemi a mantenere l’erezione;
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Eiaculazione dolorosa;
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Riduzione della dimensione del pene, durante l’erezione.
La malattia di Peyronie può fare la sua comparsa in modo improvviso o in modo graduale: i segni caratteristici della comparsa della malattia sono, ad ogni modo, il pene curvo e la formazione del nodulo fibroso-cicatriziale sul pene percepibile al tatto.
La curvatura anormale del pene, congenita o meno, può essere ventrale – ovvero, un’erezione verso il basso - verso l’alto, a sinistra o a destra.
L’intensità del dolore dipende, invece, dal grado di severità del nodulo e dalla sua collocazione.
La presenza del nodulo fibroso-cicatriziale altera l’elasticità della tonaca albuginea, oltre che della irrorazione sanguigna dei corpi cavernosi: questa condizione impedisce al pene di assumere le dimensioni normali, durante l’erezione.
La curvatura dell’organo sessuale maschile peggiora soltanto nella fase iniziale della malattia: successivamente, infatti, il nodulo si stabilizza e non si aggrava.
Le complicazioni
Naturalmente, il pene curvo e la malattia di Peyronie possono provocare delle complicazioni, sia fisiche che psicologiche:
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Depressione, legata alla vita sessuale insoddisfacente;
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Ansia da prestazione;
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Mancata erezione o disfunzione erettile;
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Calo del desiderio sessuale;
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Impossibilità di procreare.
Le cause
Le cause del pene curvo e della malattia di Peyronie non sono ancora note, ma è possibile che siano implicati alcuni fattori di rischio come:
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Traumi;
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Ereditarietà;
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Malattie del tessuto connettivo;
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Fumo di sigaretta;
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Interventi chirurgici alla prostata;
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Età avanzata.
La malattia di Peyronie – come detto prima – è caratterizzata dalla formazione di un nodulo di tessuto fibroso-cicatriziale, all’interno dei corpi cavernosi, che intacca e diminuisce la naturale elasticità della tunica albuginea.
Alcuni studi ritengono che la comparsa di tessuto fibroso-cicatriziale all’interno di un corpo cavernoso sia dovuta ad eventi traumatici avvenuti ai danni del pene: ciò potrebbe avvenire durante i rapporti sessuali o incidenti.
Nel caso dell’ereditarietà, la patologia può essere presente sin dalla nascita.
La diagnosi
Alla comparsa di segni e sintomatologia, è consigliabile rivolgersi al medico e/o andrologo che – tramite una serie di analisi ed esami – dovrà stabilire la diagnosi e la terapia più adatta al caso specifico.
Oltre all’esame obiettivo – ovvero, all’osservazione dei disturbi del paziente – e alla visita medica classica, potrebbe essere necessario eseguire ulteriori test di approfondimento, così da escludere o confermare la presenza di eventuali altre malattie: potrebbe essere utile, ad esempio, eseguire un’ecografia del pene e misurare le dimensioni del pene eretto, per alcuni mesi.
La cura
Come curare la malattia di Peyronie? Come raddrizzare il pene? In rari casi, potrebbe avvenire un miglioramento spontaneo, ma si tratta – per l’appunto – di rari casi.
Il trattamento terapeutico e la cura dovranno essere decise dal medico, che farà la sua scelta valutando alcuni fattori.
Quando il recurvatum è moderato, potrebbero essere prescritti dei farmaci per iniezione locale, iniettandoli direttamente nel pene, ma solo dopo un’anestesia di tipo locale. In linea generale, questo tipo di trattamento dura alcuni mesi.
Nei casi più gravi, quando la condizione impedisce una vita sessuale normale, è consigliabile agire con un intervento chirurgico, che può essere di diversi tipi:
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Intervento di Nesbit: si rimuove una parte di tessuto sano dalla parte opposta al nodulo fibroso-cicatriziale, ma si tratta di una pratica che accorcia la lunghezza del pene e aumenta il rischio di disfunzione erettile;
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Impianto di una protesi peniena: si tratta di protesi progettate per gonfiarsi di liquido o composte da materiale semi-rigido per impedire al pene di curvarsi;
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Intervento di incisione, excisione e trapianto: si incide la zona interessata e si rimuove il tessuto anomalo, sostituendolo con un trapianto di pelle.
Naturalmente, la scelta del tipo di intervento dipenderà dalla sede del tessuto fibroso-cicatriziale e dalla gravità della condizione, oltre che dall’età e dallo stato di salute del paziente. Prima di riprendere un’attività sessuale normale, si dovranno attendere almeno 4-8 settimane dall’intervento.
È, poi, possibile ricorrere ad esercizi di Straight Stretch per cercare di migliorare un po’ la situazione, sebbene non sia appurata la loro efficacia e sia, in ogni caso, consigliabile rivolgersi al proprio medico che spiegherà come svolgere tali esercizi se reputati necessari: questi andranno eseguiti dal lato opposto rispetto la curvatura, così da migliorare la circolazione.
La prognosi
Infine, la prognosi dipenderà da alcuni fattori – come la gravità della condizione e l’età e lo stato di salute del soggetto colpito – ma questa è, generalmente, buona.